Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini. In tutte le situazioni, compreso il modo di comunicare.
I vari lockdown, le limitazioni a cui siamo costretti per contenere la pandemia ci hanno portato a creare una socialità diversa; di certo non quella desiderata ma di sicuro l’unica possibile nei periodi e nei luoghi dove gli spostamenti ed i contatti diretti non sono consentiti.
Una socialità tutta digitale fatta di videochiamate di gruppo con amici, familiari vicini e lontani, di brindisi a distanza, di partite a questo o quel gioco con due-tre case collegate in contemporanea.
Restare connessi, uniti, è essenziale per ciascuno di noi, dai più giovani ai senior. Per i primi però, nativi digitali, il compito è decisamente più agevole, quasi automatico. Diversa invece la situazione per chi ha una certa età e molta meno dimestichezza con il mondo dei web.
Gli ultimi studi (come il Rapporto sulla Comunicazione 2019 del Censis) dicono come un anno fa solo il 42% degli over 65 usava internet e solo il 35% aveva uno smartphone (tra l’altro di vecchia generazione). Numeri ancor peggiori se si guarda ad un sondaggio dell’Unione Europea secondo cui nelle case dei senior solo il 16% ha una connessione internet.
Difficile quindi se non impossibile per molti, moltissimi, avere contatti con gli altri e così si è corsi ai ripari. Nel 2020 (dati complessivi si avranno solo a fine anno) il numero di nuove connessioni per i non più giovanissimi è cresciuto a dismisura, un po’ per scelta propria, un po’ per imposizione dei parenti che sanno così di avere un modo diretto per stare in contatto con i propri cari. Insomma, questione di sicurezza.
Ma chi pensa si sia trattato di una imposizione poco gradita si sbaglia di grosso: papà, nonni si sono cimentati con profondo interesse in conversazioni su Meet, Zoom o altre piattaforme con profondo interesse, anzi entusiasmo. Una sorta di nuovo amore.
I numeri però parlano chiaro. Nulla è come whatsapp. Il social più amato (e anche di più immediata comprensione): messaggi, videochiamate sono facili da fare, in ogni momento. Non a caso proprio su whatsapp (sempre dati della Ue) i senior trascorrono il 52% della loro “vita digitale”.
Se c’è però una cosa che i senior ancora faticano a fare, più per sfiducia che per scarsa capacità, sono gli acquisti online. Persone cresciute con la spesa fatta dal proprio negoziante di fiducia non riescono ad avvicinarsi al mondo dell’e-commerce e alle app di delivery dai vari ristoranti. Aprire la porta di casa poi, usare contanti possono determinare situazioni di pericolo e così si preferisce rivolgersi a parenti o a persone conosciute. Ma non è l’unico tipo di rischio a cui si può andare incontro nel mondo digitale.
Per colpa della loro scarsa dimestichezza e conoscenza del web i senior infatti sono diventati i bersagli preferiti degli hacker per le loro truffe online.
Ma questo non ferma quella che pare essere una corsa inarrestabile che proseguirà, sostengono gli esperti, anche dopo la fine della pandemia. Il mondo dei senior e del web sono sempre più vicini, l’uno all’altro, anzi, connessi.
Tra pochi mesi speriamo non useremo la mascherina ma una chiamata whatsapp con gli amici ce la faremo ancora.

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