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La Silver Economy diventa una delle maggiori opportunità di sviluppo per il panorama internazionale

Se l’invecchiamento della popolazione viene sempre considerato sotto l’aspetto del “peso” delle pensioni e della sanità, di cui i senior sono i principali consumatori, non dobbiamo dimenticare il rovescio della medaglia ovvero il fondamentale ruolo di traino dell’economia e di pilastro del welfare familiare che oggi i “nonni” e i senior in generale rappresentano.

La Silver Economy è una delle maggiori opportunità di sviluppo per il nostro Paese e non solo. E’ quella parte dell’economia che ruota attorno ai consumatori dai “capelli d’argento”, ovvero alla popolazione senior, e che già oggi è considerata per bacino d’utenza la terza economia al mondo. In Italia l’età media della popolazione è destinata a passare dagli attuali 45,4 a oltre 50 anni nel 2065, mentre già nel 2045-50, si riscontrerà una quota di ultrasessantacinquenni vicina al 34% della popolazione complessiva. Ecco perché l’insieme di tutte le attività economiche dedicate ai bisogni degli over 65, che include prodotti e servizi consumati direttamente e il relativo indotto avranno un’incidenza sempre maggiore. 

Non si tratta però solo di un fatto demografico: alla maggiore presenza di anziani va aggiunto che la precarizzazione del lavoro dei giovani e la diminuzione delle tutele statali fa sì che i nonni oggi siano i soli ad avere capitali che possano essere investiti o destinati al consumo. Quando parliamo di economia per gli over 65 fortunatamente non ci riferiamo solo a tutto quello che riguarda il settore salute (medicine e assistenza, una voce di spesa che pure rappresenta l’8% del totale) ma a un’ampia gamma di voci che includono attività ricreative, spettacoli, cultura, articoli per la casa, trasporti, abitazione e comunicazioni. 

I nuovi Senior dinamici, consumatori, amanti dello shopping online

Numeri che consentono di delineare una figura tutt’altro che anziana, molto dinamica, soprattutto nei consumi. Il nuovo senior naviga su Internet e fa shopping on line. Secondo quanto riporta l’Istat, un quarto dei 55-64enni già oggi acquista prodotti e servizi tramite l’e-commerce. Percentuale naturalmente destinata a scendere con l’aumentare dell’età: circa il 22% nella fascia anagrafica 65 – 74 e solo 13% tra gli over 75. Ma queste quote cresceranno nel corso del tempo, anche solo considerando l’utilizzo attuale delle fasce di popolazione più giovani. 

E poi c’è il contributo fondamentale dei nonni: il loro lavoro come baby sitter, se quantificato economicamente, ammonterebbe a 24 miliardi di euro annui. I nonni, specialmente quelli Italiani, sono il principale punto di riferimento per l’accudimento dei bambini, specialmente di fronte al deficit cronico di posti negli asili nidi e all’impossibilità per moltissimi genitori di far fronte alla gestione quotidiana dei bambini: dal prenderli all’uscita da scuola a portarli il pomeriggio al parco o a svolgere attività sportivi, musicali, fino al prendersene cura quando sono malati.

Il costo di una baby sitter è spesso insostenibile per molte famiglie precarie o dai redditi bassi, mentre i nonni sono sempre a disposizione e sia pur con sacrificio disposti a farsi gioiosamente carico della cura dei nipoti. Tradurre in termini economici questa impareggiabile e quotidiana dedizione ci aiuta a far capire meglio nel dibattito pubblico di

cosa parliamo quando parliamo di senior.

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