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Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, ci spiega il valore di un animale domestico in emergenza Covid

L’importanza degli animali d’affezione nella vita familiare si è palesata in tutta la sua sostanzialità durante il lungo isolamento a cui ci ha costretto la pandemia. Da marzo a maggio abbiamo vissuto tre lunghi mesi nei quali anche chi non lo era si è sentito solo. Spesso, ci siamo dovuti tenere a distanza di sicurezza persino dai conviventi, dai genitori, dai figli e soprattutto dai nonni. 

Gli anziani sono stati il bene più prezioso da proteggere in una fase in cui il virus Sars Cov-2 colpiva, tragico e crudele, proprio loro. Chi aveva la fortuna di convivere con un cane o un gatto aveva qualcuno da abbracciare e da accudire, con il quale dare un ritmo a giorni che sembravano infiniti e senza tempo. L’ho dichiarato subito ai giornali che in quei giorni mi cercavano: “Abbracciate i vostri cani”. È diventato il titolo di un quotidiano nazionale che ha ripreso parole che, non posso negarlo, io stesso ho pronunciato meravigliato: era proprio vero, reale e marcatamente evidente, che la relazione con un pet è fonte di sostegno psicologico, fa bene agli affetti e alla società. 

Gli anziani, a maggior ragione nel lockdown, hanno potuto mantenersi in esercizio fisico, coltivando quella attività motoria che tante volte insieme a Senior Italia abbiamo consigliato. A chi aveva un cane era infatti consentito uscire di casa per la passeggiata fisiologica: questa concessione che tutti i famosi DPCM hanno sempre riconosciuto è stata persino motivo di ilarità, strappando quel sorriso che stentava ad affiorare in quei giorni. 

Chi non avrebbe voluto un cane in quei momenti di confinamento e di mobilità personale limitata?

Sì, lo ripeto, il palesarsi del valore dei pet è stato una sorprendente conferma anche per noi Medici Veterinari. Mai ci era capitato un frangente tanto delicato per la relazione fra i nostri pazienti e i loro proprietari. E questo feeling sta crescendo.

Ci sono statistiche che dicono che fra gli italiani è cresciuta la propensione all’adozione o all’acquisto di un cane o un gatto. Sarebbero addirittura 7,8 milioni le persone che dopo il lockdown hanno voluto o desiderano un pet in casa. Per noi Medici Veterinari, che siamo sempre stati in servizio per garantire la continuità di cura ai nostri pazienti anche in piena pandemia, è stato molto complicato gestire gli allarmismi mediatici.

Fortunatamente, la ricerca scientifica ci ha presto supportato con sempre maggiori evidenze sul carattere interumano del contagio da Sars Cov-2 e sulla scarsa o nulla suscettibilità al nuovo coronavirus da parte degli animali domestici. I rari casi riscontrati nel mondo hanno semmai messo in luce l’importanza di proteggere cani e gatti da qualunque stato influenzale o di malattia del suo proprietario. Torniamo a raccomandare: anche se abbiamo un banale raffreddore evitiamo coccole troppo ravvicinate con i nostri pet, proprio come si fa con un altro componente “umano” della famiglia.

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